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Deep Sea luogo delle attività

La gente che vive nella baraccopoli di Dee Sea è gente che viene dai villaggi con la speranza di trovare un lavoro più remunerativo nella città, perché rimanendo nei villaggi non c’è alcuna speranza di migliorare le proprie condizioni di vita. Si tratta di gente pronta a tutto pur di poter guadagnare qualche dollaro in più per sostenere gli altri membri della propria famiglia e magari realizzare il sogno di costruire una vera casa nel villaggio. Questa gente è pronta anche a vivere in condizioni di vita inumante accanto ai quartieri della gente benestante di Nairobi nella speranza che qualcuno venga assunto come cuoco, giardiniere, guardiano notturno ecc… ecc… Si capisce benissimo che le loro baracche sono posizionate su terreni che fanno parte del demanio pubblico ed hanno un grosso valore economico perché situati presso i quartieri ricchi della città e quindi soggetti a continui tentanti di appropriazione indebita da parte dei più furbi. I piani illeciti da parte di alcuni approfittatori che intendono accaparrarsi questi terreni finiscono per ottenere la demolizione della baraccopoli senza che a questa gente venga garantito un altro posto in cui vivere. Oltre alle demolizioni la gente deve anche affrontare tutta una serie di incendi dolosi. Non si deve escludere la possibilità che a volte si tratta anche di veri e propri incidenti dovuti al sovraffollamento e al posizionamento precario delle fonti di energia (fili elettrici, carbone, propano liquido in bombole del gas, ecc… ). Non è raro assistere alla morte di persone che vengono bruciate vive perché diventa impossibile raggiungerle e salvarle per l’ammassamento delle baracche.

La struttura che sorgerà

Pepea Trust ha ricevuto in donazione da un contadino un piccolo terreno di circa 450 metri quadri che potrebbe diventare un ‘luogo di salvezza’ per la gente diseredata di Deep Sea in cammino su quei percorsi di liberazione appena descritti. Secondo la tradizione religiosa giudaico-cristiana i popoli possono raggiungere la libertà e la felicità solo dimorando in un luogo in cui si realizzano particolari condizioni. Nell’Antico Testamento la libertà dalla schiavitù del popolo di Israele trova il suo compimento nella Terra Promessa; mentre alla fine del Nuovo Testamento l’umanità è accolta nella città della Gerusalemme Celeste. Siamo consapevoli che si tratterebbe solo di un piccolissimo segno di ‘restituzione’, tuttavia questo segno minuscolo potrebbe innescare un movimento capace di coinvolgere molte altre persone e realtà.

Nostro obbiettivo è pertanto costruire una struttura che possa soddisfare almeno parzialmente i bisogni richiesti dalle attività in corso. Il fatto che la struttura apparterrà ad una fondazione garantisce che nessuno potrà cambiarne l’uso, che è chiaramente conforme agli scopi statutari della fondazione stessa.

La costruzione dovrebbe avere i seguenti requisiti:

1) un vano da utilizzare come sala di incontro, convegni, refettorio ed aula liturgica;
2) una cucina che possa essere utilizzata anche per preparazione di prodotti culinari destinati alla vendita;
3) stanze da letto per i bambini abbandonati, portatori di handicap e badanti o educatori;
4) una stanza per l’assistenza medica;
5) due aule scolastiche per la scuola primaria e secondaria;
6) un vano per la produzione tessile di taglio e cucito;
7) un ambiente da destinare al centro studi teologici o di cultura africana;
8) stanze da letto per ospiti e volontari;
9) un vano per la lavanderia;

Dato che la terra a disposizione è abbastanza piccola per poter avere tutti questi spazi, la struttura dovrà necessariamente svilupparsi in più piani.

Pepea Trust

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GLI SPAZI DELLA STRUTTURA
Pepea Trust

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La Fondazione Pepea (Pepea Trust) ha ricevuto da un contadino un terreno di 450 mq. Così abbiamo deciso di metterlo a servizio degli abitanti delle baraccopoli.